Festival Internazionale del Jazz
Edizione 2009
La storia del Pescara Jazz
Pescara Jazz 2009
Non di rado è accaduto che Pescara Jazz abbia aperto la stagione estiva con un evento non strettamente legato alla musica afroamericana, come una sorta di invito al pubblico più diverso ad unirsi al grande evento musicale che ormai ha raggiunto la trentasettesima edizione. Quest’anno tocca al gruppo pop-soul britannico dei Simply Red, che conobbe una fortunata stagione negli anni Ottanta.
Ma il jazz vero e proprio sarà offerto da una parata di “stelle”, come di consuetudine a Pescara Jazz, sul cui palcoscenico Chick Corea è ormai una presenza familiare. Certo è più raro ascoltarlo in solitudine, poiché da molti anni privilegia il duo o gruppi più allargati. Un motivo in più per guardare con curiosità all’evoluzione del suo pianismo, che senza accompagnamento si arricchisce di elementi ispanici e perfino classici. Forse non è un caso che lo segue il trio di Roy Haynes, un batterista che ha contribuito molto a lanciare il giovane Corea alla fine degli anni Sessanta. Alla meravigliosa età di 84 anni, Haynes si conferma batterista originalissimo: maestro nell’equilibrare uno swing solido, fluido, costante, con figurazioni molteplici, frantumate, di inesauribile ricchezza. Che l’età non conti lo dimostra la sua energia nel confrontarsi con due formidabili partner, il pianista Danilo Perez e il bassista John Patitucci, noti per avvitarsi in vertiginose spirali di fantastico virtuosismo e per preferire un approccio altrettanto interattivo, aperto, fortemente dialogante.
Di tutt’altro segno la serata con George Benson, che dopo gli esordi come promettente chitarrista jazz, si è conquistato un posto indiscusso tra le star del pop internazionale. Cantante oltre che virtuoso delle sei corde, Benson ha sempre avuto un pendant per la melodia carezzevole, per l’eleganza di fraseggio, per la raffinatezza del suono. Non sorprende quindi il suo omaggio, circondato dal suo gruppo e dagli archi dell’Orchestra Sinfonica di Pescara, a Nat King Cole, maestro indimenticabile dell’eleganza e della seduzione musicale. Anzi è interessante scoprire come il gioco chitarristico possa sposarsi con il repertorio di Cole, che della chitarra fece uno dei perni dei suoi primi gruppi.
L’ultima serata si apre con uno dei maestri più eccentrici e inossidabili del jazz, il pianista Ahmad Jamal. Mai diventato una stella del jazz, se non in tarda età (ora va verso gli ottanta), Jamal è stato a lungo amato più dai musicisti che dal grande pubblico. In particolare Miles Davis, che riconosceva in lui una estetica dell’obliquo, dell’allusivo, del non detto, e scelte di repertorio inconsuete, che poi nel tempo si sono sviluppate in una visione complessa del trio, in un gioco fantasmagorico di arrangiamenti sempre pieni di sorprese, svolte inaspettate e, soprattutto, un approccio ai songs mai convenzionale e sempre giocoso. Chiude il festival una delle più brillanti formazioni costituitesi ormai da anni in Abruzzo, la big band del bassista Maurizio Rolli, che non comprende solo abruzzesi ma che a Pescara ha saputo proporsi come punto di incontro e crescita dei migliori talenti della zona: una formazione matura, con alle spalle importanti esperienze con diversi grandi del jazz, tra cui Mike Stern. Il progetto che Rolli presenterà a Pescara Jazz è dedicato in larga parte alla rivisitazione del repertorio di certo rock anni Settanta, attraverso una buona dosa di autobiografia e l’esperienza jazz; in questo senso gli ospiti Peter Erskine e Bob Mintzer sono perfetti, grandi testimoni e interpreti di una fusione musicale che negli ultimi trent’anni si è ostinatamente rifiutata di lasciarsi rinchiudere in un solo genere.
Stefano Zenni
Pescara Jazz 2009
ROY HAYNES TRIO
featuring JOHN PATITUCCI & DAVE KIKOSKI
An unforgettable tribute to Nat King Cole
MAURIZIO ROLLI BIG BAND
featuring PETER ERSKINE & BOB MINTZER